Bullismo e Amnesty International

Dal sito di Amnesty International

“Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, ad azioni offensive messe in atto da parte di uno o di più compagni.”

Dan Olweus, 1993

Amnesty International considera il bullismo una violazione dei diritti umani poiché lede la dignità di chi lo subisce ed è contrario a principi fondamentali quali l’inclusione, la partecipazione e la non discriminazione.

Alcuni anni fa ero a cena con cinque amici con cui sono cresciuto e con cui ho condiviso buona parte di ciò che sono. Discutevamo di qualcosa che non ricordo con precisione, ma ricordo che a un certo punto eravamo in cinque a cercare di convincerne uno sulla infondatezza delle sue tesi. Dei cinque io ero il più accalorato: la posizione del mio amico mi pareva insostenibile e contraddittoria e non mi preoccupavano le sue idee, bensì il fatto che non si accorgesse della loro illogicità. Come spesso accade il discorso è poi caduto su altro e la cena è proseguita in altri scambi di vedute e questioni.

Verso la fine della serata, io e il mio amico “illogico” usciamo dal locale per fumarci una sigaretta. Alla discussione di poco prima io non ci pensavo più. Il mio amico assume un’aria penitente e mi dice di dovermi chiedere scusa. Penso al dialogo precedente e gli domando se è scemo: chi se ne frega di quelle cose. Lui mi dice che no, non di quello intende scusarsi, ma di cose accadute almeno trent’anni prima, quando eravamo entrambi nei Lupetti: mi aveva fatto ripetutamente oggetto di scherno, anche pesante, a suo dire.

Credo di avere avuto un’espressione facciale ancora più stupefatta della precedente e gli ho detto che non mi ero mai accorto di nulla. Lui “Ma come? Te ne ho fatte di tutti i colori!” Probabilmente ho rimosso. Ricordavo bene il luogo e ricordavo come si sentivo, era la mia prima esperienza nei lupetti. Per lui era il secondo anno ed era accompagnato da un fratello più vecchio di un anno. Ricordo anche che quell’anno vinsi un premio del tutto inatteso (una borraccia di alluminio rivestita di panno) per la mia condotta irreprensibile. Ricordo tutti questi particolari, ma non riesco a ricordare le angherie che – forse – subii.

Ho provato a ricordare cosa potrebbe essere accaduto, ma non mi è tornato in mente nulla. Ricordo invece altri episodi in cui sono stato oggetto di derisione o di aggressione fisica. Nella maggior parte sono avvenuti durante l’adolescenza. Di un mio “carnefice” sono diventato amico fino a essere il testimone delle sue nozze, ma gli altri li ho persi di vista quasi tutti tranne uno, uno che già allora mi pareva totalmente scemo, anche nell’esprimere la sua aggressività. Questi è diventato il marito di una donna energica e determinata che lo comanda a bacchetta. Penso a lui come a un mulo bene addestrato.

Chi ha subito atti di bullismo – dice l’articolo sul sito di Ammesty International – può presentare da adulto gravi problemi: rifiuto scolastico, riduzione dell’autostima, attacchi d’ansia, depressione, disturbi del sonno, isolamento, paura di uscire di casa.

Alcuni di questi problemi li ho avuti, ad altri non ci sono nemmeno passato vicino. Non sono in grado di stabilire se sia a causa del bullismo subito o di altri fattori educativi.

La confessione tardiva del mio amico, durante una cena in cui era stato messo sotto dalla maggioranza, una maggioranza di cui io ero l’esponente più di spicco, mi aveva fatto pensare a come l’ingiustizia di ciò che si commette è presente da subito nella coscienza del bullo. Ma mi ha fatto riflettere anche sul fatto che le cattiverie messe in atto, forse agiscono ancora più a lungo sulla vita del bullo. E ne condizionano il percorso.

Mi sono tornate in mente queste cose, e ho deciso di scriverne per quanto sta accadendo a Hollywood con il caso degli stupri di Harvey Weinstein e con l’iniziativa #MeToo che consiglia a tutte le donne oggetto di molestie sessuali di raccontare, di rendere pubblico cosa accadde e di non vergognarsi.

Anche io sono stato bullizzato. Non me ne vergogno. Anzi, quando vedo un atto di bullismo, divento una belva.

Pubblicato da divarioscolastico

Faccio formazione nei CFP e nelle agenzie formative da 15 anni.