Disoccupate le strade dai sogni

Regensburg

A gennaio del 2018 Mauro Gola, presidente della Confindustria cuneese, aveva aperto un vivace dibattito per alcune sue dichiarazioni: «Qualsiasi percorso scolastico individuerete, avrete fatto una buona scelta, ma è nostro dovere come imprenditori segnalarvi le esigenze delle nostre imprese» e le esigenze delle imprese cuneesi riguardano figure professionali. Riguardano cioè fresatori, tornitori, saldatori, montatori, manutentori, progettisti meccanici e meccatronici, operatori addetti alle macchine utensili, programmatori di software, tecnici di robotica, collaudatori.

Il contraddittorio si era acceso perché il signor Gola avrebbe detto di lasciare da parte i sogni e dedicarsi pragmaticamente alla vita. E la vita la si vive meglio quando si ha un lavoro solido e sicuro. Allargando il discorso di Mauro Gola, si potrebbe sostenere che un saldatore o un manutentore troveranno con facilità lavoro, mentre uno psicologo o un archeologo faticheranno molto di più.

È trascorso più di un anno e ora la Confindustria cuneese torna sull’argomento con prove fattuali. Fino al 2020 le professioni “pragmatiche” saranno le più richieste. Secondo un’indagine della stessa Confindustria sui fabbisogni di assunzione delle imprese, curata dal presidente della sezione Meccanica, Marco Costamagna, le aziende assumeranno «risorse altamente qualificate, in prevalenza connesse con i processi produttivi hi-tech, nuovi macchinari e tecnologie». In pratica i tecnici troveranno lavoro, gli altri, chissà.

È giusto ciò che ha fatto e sta facendo Confindustria Cuneo? È un’influenza indebita o è un’informazione preziosa?

La Confindustria fa gli interessi dei propri soci. Non c’è niente di male, a meno che non lo faccia ricorrendo a informazioni false, servendosi di ricatti o esercitando la violenza. Un’informazione preziosa, quindi.

Un anno fa l’allora ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ma non solo lei, disse che si trattava di parole inaccettabili perché si badava all’uovo di oggi senza pensare alla gallina di domani (anche questa è una mia interpretazione, non sono espressioni sue). Dunque quelle parole sarebbero un’influenza indebita.

È da poco scomparso un cantautore famosissimo negli anni ’70, ma in seguito vissuto nell’ombra, quasi dimenticato: Claudio Lolli. Nel 1977 Lolli, bolognese, pubblicò un album dal titolo “Disoccupate le strade dai sogni”. Se ne parla qui. Un verso della canzone Incubo numero zero recita “Disoccupate le strade dai sogni, sono ingombranti, inutili, vivi”. Sono passati 42 anni da allora.

Però mi pare che siamo ancora fermi lì. Fermi al dubbio che un quattordicenne, allora come oggi, dovrebbe essere in grado di porsi: scegliere il lavoro o scegliere la passione? Scegliere sogni inutili o scegliere sogni vivi? È una scelta difficile, che anche io sbagliai, se non ricordo male.

Quando Claudio Lolli cantava Disoccupate le strade dai sogni io avevo già fatto la mia scelta cruciale e stavo correggendo il tiro. Mi ci sono voluti anni per arrivare dove volevo.

Non so se ne è valsa la pena, ma è andata così.

È sotto gli occhi di tutti che ci siano ragazzi dotati di voglia di studiare e ragazzi che a scuola si annoiano. In genere io lavoro con la seconda tipologia, ma succede che arrivi nel Centro di Formazione Professionale anche qualcuno mal consigliato o che ha fatto la scelta sbagliata.

Disoccupare le strade dai sogni vale in entrambe le direzioni: chi sceglie la Formazione Professionale sogna di allontanarsi il prima possibile dalla scuola. Scuola incapace di permettergli di sognare. Chi intraprende una carriera scolastica più lunga sogna invece di realizzare progetti diversi, meno immediati.

Rinunciare ai sogni è finire in un incubo (numero zero). Ma rischia di cadere in un incubo anche chi vivere di chimere.

Sarebbe allora opportuno ricordare alla Confindustria, e a chi ne combatte le dichiarazioni, che dare consigli non richiesti è un gesto antipatico, fastidioso. Mille anni fa, quando scelsi la scuola superiore io ascoltai i consigli di molte persone. Ma in tutto quel rumoroso succedersi di consigli e suggerimenti feci l’errore di non ascoltare me stesso.

Pubblicato da divarioscolastico

Faccio formazione nei CFP e nelle agenzie formative da 15 anni.