Il freddo

Quella mattina le inevitabili distrazioni degli allievi erano più frequenti. I treni erano anche arrivati in ritardo. Avevano trovato un cadavere lungo i binari.

Il cadavere di un ragazzo di quindici anni, un loro amico. Un ragazzo che era stato, marginalmente, anche mio allievo. Un ragazzo difficile, è inutile tacerlo. La scuola non l’aveva agganciato.

Armeggiavano più del solito sottobanco con i cellulari. Avevano più bisogno di andare in bagno. Il tam-tam era in piena attività. Era uno di loro. Avevano bisogno di parlarne. Ne abbiamo parlato. Giravano informazioni frastagliate, contraddittorie, ipotizzate. E poi dubbi, accuse, difese. Il magma ribolliva e doveva sfogarsi.

Qualche giorno dopo ho chiesto loro di ricordarlo con una lettera.

Quello che segue è il testo scritto da uno di loro.

È arrivato il freddo ieri, gli alberi cominciano a far cadere le proprie foglie.

Il cielo è sempre più scuro, le mie mani fredde in tasca, ogni mattina che prendo la discesa della caserma dei pompieri.

E sai amico mio, quando non ci sono le nuvole grigie, il panorama che c’è e che vedo alle sette del mattino, mi fa capire la bellezza e la purezza di questo pianeta.

Però c’è qualcosa che non va.

Forse siamo noi, forse no, può darsi che sia una maledizione caduta su questo mondo.

Lasciando questo posto, può darsi che la nostra anima stia meglio, “sta in pace”. Ma io non so nulla, come ogni persona su ‘sta terra. L’unica certezza è quella di andare a navigare sui social, o su un pezzo di carta del tipo un semplice libro.

È meglio andarsene che rimanere, perché ci stiamo mangiando tra di noi, ma non ce ne accorgiamo.

Ci sono poche persone di cui fidarsi. Ti ho visto giù quel sabato sera, volevo chiederti come mai, tu con il sorriso stampato, ma quel giorno, no.

Sono stato uno stupido, pensavo sempre che tu fossi forte dentro e che sapevi badare a te stesso, ma mi sbagliavo di grosso.

Eri come un fratellino, ti chiedo scusa se non ti ho mai dato dei consigli. La cosa di non fumare le canne, si ce la stavi facendo e io ero stra-contento, perché non era per te.

Il giorno del tuo funerale c’era tanta di quella gente che ti sentivi meglio. E, vuoi sapere? ma forse lo sai meglio di me, in quel momento ha cominciato a piovere ma era una pioggia strana, durata appena cinque minuti.

Riposa in pace … starai nel mio cuore per tutta la vita.

Pubblicato da divarioscolastico

Faccio formazione nei CFP e nelle agenzie formative da 15 anni.