Il valore della libertà

Considero la libertà un valore tra i più preziosi. Anche se è difficile descrivere con precisione in che cosa consista, non ho dubbi sulla sua importanza; la felicità ha bisogno della libertà, la giustizia e l’uguaglianza sarebbero monche se non ci fosse la libertà, la democrazia non esisterebbe e probabilmente anche il progresso sarebbe più lento se non esistesse la libertà: è una conquista fondamentale avvenuta nei secoli e che è costata moltissimo. Ogni persona dovrebbe sentire come proprio imperativo il vigilare affinché non venga mai cancellata.

Per questo credo sia una deviazione etica associare la libertà al rifiuto del Green Pass. Intendiamoci: essere liberi significa poter fare delle scelte e scegliere di non vaccinarsi è sicuramente una possibilità garantita proprio dall’essere liberi. La libertà contempla naturalmente la possibilità di avere paura degli effetti collaterali, una filosofia di vita che rifugge dalla medicina o l’opposizione a Big Pharma.

Credo però che il concetto di libertà sia congiunto al concetto di responsabilità. La libertà assoluta, cioè senza limiti, non esiste. Se esiste è qualcosa di molto simile alla tirannide. Essere liberi in una società democratica e civile comporta al tempo stesso responsabilità per le proprie scelte. Posso viaggiare in treno, sono libero. Però devo pagare il biglietto. Posso mangiare al ristorante, però devo prenotare. Posso leggere un libro, ma devo essere alfabetizzato. Qualsiasi scelta libera comporta il riconoscimento della responsabilità conseguente. Quindi c’è un limite alla libertà e direi che è evitare di fare ricadere su altri le conseguenze delle mie scelte. Essere positivi all’HIV non mi dovrebbe permettere di avere una condotta noncurante delle persone con cui ho contatti.

Affermare che l’obbligo del Green Pass sia uno sfregio alla democrazia non mi trova d’accordo. Lo sarei se la scelta di una persona ricadesse unicamente sulla persona stessa. Ma una malattia si trasforma in pandemia quando i contagiati diffondono il contagio, cioè quando – seppure involontariamente – limitano la salute altrui. Se difendiamo la libertà di diffondere il contagio allora dobbiamo difendere anche la libertà di non essere contagiati.

Virologi ed epidemiologi ci dicono che il vaccino riduca la possibilità di ammalarsi o, comunque, riduca i costi e l’impegno della sanità pubblica, cioè di tutti; anche di chi rifiuta il vaccino, anche mia. Il fatto che le strutture sanitarie siano anche mie, mi conferisce il diritto di esprimermi in merito.

Anche l’istruzione è di tutti ed è un valore che permette di aumentare la libertà di ognuno: le persone istruite possono scegliere con maggiore oculatezza. Quella libertà su cui stiamo baruffando presuppone la scuola e la scuola ha delle regole. In aula insegniamo che le regole si rispettano, per una convivenza civile, democratica e, possibilmente, pacifica. Si può criticare, protestare, fare opposizione. Ma le regole bisogna rispettarle. Non si tratta di una libertà sconfinata, però è un passo avanti in una società complessa che non può fare a meno dell’istruzione.

Ma affinché le scuole siano aperte e funzionanti occorre evitare che diventino focolai di contagio e si chiede a tutti gli attori del mondo scolastico un certo grado di responsabilità. Vogliamo che la scuola sia attiva? Allora rispettiamone l’importanza osservandone le regole.

Vogliamo la formazione e l’istruzione? Se consideriamo la formazione a distanza come una jattura, allora forse è il caso di rivedere le proprie posizioni. Si tratta di cedere alcuni diritti in nome del bene comune. Pazienza se riteniamo che la nostra libertà diventi meno ampia. Chi non cede parte della propria libertà in nome del proprio interesse o di un idealismo vagamente fanatico avvilisce le regole democratiche, è indifferente alla complessità del vivere sociale e non ottempera alla propria responsabilità. Forse è vero che il vaccino non serve a niente, che il Green Pass sia una limitazione della libertà e che i cittadini subiscano controlli ossessivi e sgradevoli. Forse però è vero il contrario. Non posso insultare ogni persona che incontro perché sono libero. La democrazia è una condizione che presuppone la libertà, ma parimenti presuppone la responsabilità. E, in frangenti come l’attuale, il rispetto dell’incolumità degli altri è un valore che mi pare superiore alla libertà perché senza quello, questa non esisterebbe.

Pubblicato da divarioscolastico

Faccio formazione nei CFP e nelle agenzie formative da 15 anni.