Sfondoni e creazioni, la scuola ideale

Lisboa

Accade talvolta, quando in aula insegnanti sono presenti più docenti della stessa disciplina, che ci scambiamo informazioni, curiosità e bizzarrie che troviamo scritte sui lavori eseguiti dai ragazzi. In genere sono strafalcioni singolarmente creativi colti tra le loro pagine. Ciò non significa deriderne gli autori; la conclusione è semmai l’opposto, cioè considerare che, vista la povertà culturale in cui vivono, la loro capacità espressiva è ciò che può essere e comunque è spesso accettabile. Ci scambiamo svarioni per sdrammatizzare la sempre più miserevole competenza linguistica di noi italiani e, forse, per cercare di condividere la nostra incapacità di insegnanti nel tappare falle aperte chissà come e chissà quando. Siamo tutti in cerca della scuola ideale.

Due colleghe mi hanno fatto leggere un tema a testa scritto da loro allievi – un ragazzo e una ragazza – entrambi diciassettenni.

Il ragazzo (lo chiamerò Cedro) ha tentato di scrivere un sonetto perché quello era il compito affidato alla classe. La ragazza (la chiamerò Sfoglia) ha scritto un tema completamente inventato in cui si vede nei panni di un’insegnante al primo giorno di lavoro in aula. Sfoglia ha sicuramente compreso l’obiettivo della sua prova. Cedro si sarà domandato perché mai avrebbe dovuto scrivere un sonetto: i temi in classe sono già sufficientemente difficili! Quindi perché complicarsi ulteriormente la vita costringendo le parole a uno schema fisso e a una metrica rigida e assurda?

Sfoglia ha redatto un temone di quasi duemila parole, raccontando una storia tutto sommato plausibile. Ha scritto senza errori ortografici, costruendo bene le frasi, punteggiando correttamente e seguendo un percorso consequenziale ordinato, limpido. Uno di quei temi che nella scuola in bianco e nero sarebbero stati letti ad alta voce a tutta la classe. In tutti i miei anni di formazione nei CFP non credo di essermi mai imbattuto in lavori tanto corretti e corposi.

Del sonetto di Cedro riesco solo a dire che anche i dadaisti avrebbero avuto qualche riserva ad accettarlo tanto è bizzarro, accartocciato e caleidoscopico. Inoltre la metrica va a farsi benedire in almeno un paio di versi.

4 a 0 per Sfoglia: allieva giudiziosa, educata, studiosa e, probabilmente, impegnata.

4 a 0 per Sfoglia nella scuola in bianco e nero.

In questa scuola il suono della sveglia è sempre squillante, il buongiorno è caloroso, il campanello è assordante. L’insegnante ancora dà agli allievi il permesso di sedersi. È una scuola di aggettivi e geometrie. Sfoglia scrive per piacere alla sua insegnante, per dimostrare competenza. Nietzsche la definirebbe “apollinea”. Insegnare a lei è un viaggio organizzato e programmato allo scopo di non contrariare il viaggiatore con imprevisti e scocciature. Tutto scorre bene in armonia ed equilibrio. Si torna a casa e si è rimasti i medesimi.

Ma c’è anche la scuola non euclidea, basata sul fatto che le rette potrebbero non essere parallele. È la scuola di Cedro. In lui c’è lo spirito dionisiaco che si immerge nelle contraddizioni del vivere senza preoccuparsi di schemi e modelli. Il suo sonetto è un bombardamento di colori, è una Guernica pacifica. Non c’è un filo conduttore, porta ovunque senza arrivarci, ma… funziona! Cedro va oltre se stesso e lo fa in modo inconsapevole: scrive un sonetto perché quello è il mandato, fatica a rimanere sul terreno di gioco però la partita è entusiasmante.

5 a 4 per Cedro, allora?

No.

Come ha insegnato Nietzsche, Apollo e Dioniso faticheranno a trovare un equilibrio. Chi propende per la scuola di Sfoglia non sopporterà quella di Cedro e viceversa. La questione che resta inevasa è bene o male sempre la solita: la scuola deve formare o deve insegnare?

Talvolta immagino la formazione come un’educazione che porti alla totale libertà espressiva e contemporaneamente al rispetto delle regole: della grammatica, della matematica e della società. Sarebbe la scuola ideale. Ma la scuola ideale non è di questo mondo: da Eton a Barbiana le scuole hanno percentuali diversi di Cedri e Sfoglie e non c’è un parametro indiscutibile che arrivi a stabilire quale sia il mix migliore. Sfoglia e Cedro vi porteranno dentro i loro mondi che solo raramente, e per brevi attimi, si incontreranno.

Pubblicato da divarioscolastico

Faccio formazione nei CFP e nelle agenzie formative da 15 anni.