Un’aula tutta per me

 

 

Questo è un intervento aperto. Intendo dire che è una riflessione in corso, uno scritto che forse non sarà mai concluso.

Tempo fa una collega di un CFP distante dal mio mi disse che lei aveva un’aula sua. Non doveva spostarsi ogni cambio di lezione, doveva semplicemente aspettare di essere raggiunta dalla classe successiva.

Inizialmente ho provato una discreta invidia, e non per pigrizia (non doversi spostare, non attendere che il collega finisca la lezione, non domandarsi in quale aula sarà la lezione successiva). Anche ora, a distanza di un paio di mesi, ora che l’invidia si è pacificata, mi domando come sarebbe avere un’aula tutta mia. Tutto sommato è il sogno adolescenziale di avere una cameretta propria da far diventare il proprio territorio, l’estensione di sé, il rafforzamento della comunicazione personale.

Le lezioni stanno per ricominciare e mi domando come vorrei che fosse e cosa vorrei che ci fosse oltre alla dotazione diciamo, “di default”. Quindi lavagna, LIM, sedie, cattedra. Banchi? No, banchi meglio di no. Tavoloni, un paio, in modo da avere un piano di appoggio. Oltre a ciò, quale arredamento mi piacerebbe ci fosse nella mia aula?

Una libreria, va da sé. Forse resterebbe inutilizzata, ma vorrei che ci fosse. Non molto grossa, 3 o 4 piani, un centinaio di volumi inclusi i vocabolari, vorrei che i libri diventassero oggetti comuni, quotidiani.

Alle pareti vorrei le carte geografiche classiche: Italia, Europa, Mondo. Tanto per disturbare le varie app di orientamento e di destinazioni.

Vorrei una lavagnetta su cui scrivere la poesia della settimana. Magari suggerita dai ragazzi. Magari.

Mi piacerebbe ci fosse qualche pianta in vaso. Forme di vita diverse di cui prendersi cura.

Ogni settimana un ragazzo dovrebbe portare un oggetto significativo per lui. Questo verrà collocato nello spazio appositamente dedicato, magari vicino ai vasi con le piante.

Pubblicato da divarioscolastico

Faccio formazione nei CFP e nelle agenzie formative da 15 anni.